In un piccolo stato dell’America del Sud, il Taitichinchan, hanno fatto un esperimento molto interessante. La stampa ne ha dato poco risalto, la notizia la conoscono in pochi, in genere solo gli affezionati alle riviste di geopolitica. Afflitti dal perdurare della pandemia, stanchi delle privazioni della libertà imposte dallo Stato, una democrazia presidenziale, i cittadini, con un referendum, hanno deciso di sospendere per un lungo periodo tutti i poteri statali.
La gente, libera, ha dato finalmente sfogo alla propria sete di vita: movida, spritz, ristoranti pieni.
Inevitabilmente il virus è diventato devastante, con un numero di morti e di persone malate fuori controllo. In un primo momento dei gruppi organizzati, nella più classica delle tradizioni, hanno dato avvio alla caccia dei responsabili.
Tra i primi ad essere accusati per la diffusione del virus c’è stata la minoranza etnica degli istriemiti, un antico gruppo indigeno relegato in una riserva ai confini della foresta pre-amazzonica. La loro abitudine di nutrirsi di animali selvatici ha scatenato i sospetti che, naturalmente senza alcuna verifica, sono diventate certezze. Il gruppo è stato totalmente isolato con la costruzione di un recinto di filo spinato ad alta tensione lungo tutto il perimetro della riserva. Sono bastate due settimane per constatare che nessun caso di infezione da covid 19 si era verificata nella riserva, mentre il numero di malati e di infetti in tutto il piccolo stato continuava a crescere vertiginosamente.
La paura, non più mitigata dalla ricerca dei responsabili, ha preso il sopravvento e la gente si è chiusa in casa: niente parrucchiere, niente palestra, ristorante, bar, spritz, ecc.
In assenza del potere statale, esaurita la possibilità di trovare altri responsabili, a queste categorie (ristoratori, barbieri, venditori di spritz), così come alla maggior parte dei cittadini, non rimaneva che prendersela direttamente con l’invisibile virus.
Si racconta che per strada il popolo disperato prendeva a schiaffi l’aria, mentre altri pregavano per il ritorno di un potere centrale che facesse qualcosa.
In assenza del potere statale, il popolo disperato prendeva a schiaffi l’aria
Il capro espiatorio (lo Stato) che prima era stato soppresso ora li avrebbe dovuti salvare.
Fatto abbastanza insolito è che questi abitanti pregavano per il ritorno di un potere comune che ne regolasse l’esistenza, ma non capivano verso quale direzione indirizzare le loro suppliche che si disperdevano nell’aria quasi come un bisbigliato passaparola.